Nella mia pagina Instagram, soprattutto nelle stories, mi capita di parlare anche dei miei figli … di quello che facciamo insieme, delle loro e delle mie emozioni!
Ma era da tanto tempo che non gli dedicavo un vero e proprio post nel mio blog: oggi eccomi qua, forse perché ho trascorso tre mesi interi con loro, giorno e notte. Nel bene e nel male, nelle lunghissime vacanze e nelle giornate al mare fino a tardi, ma anche nei pomeriggi di sclero, nelle volte in cui giocavano felici insieme e in quelle in cui si urlavano contro… insomma di tutto un po’. E li ho osservati a lungo, sentendomi spesso soddisfatta ma a volte anche scoraggiata!

E ho compreso quanto la vita da fratelli e sorelle sia meravigliosa ma anche pesantissima in questo continuo condividere anche quando avresti voglia di stare solo e in questo continuo camminare insieme anche quando vorresti scappare via.
Ai fratelli maggiori chiediamo sempre di comprendere, di essere più maturi, di rallentare e di aspettare, di far finta di perdere, di includere, di offrire, di prestare, di aiutare, di coinvolgere i più piccoli.


E poi, da più adulti (e lo dico per esperienza perché sono secondogenita) ai fratelli maggiori chiediamo i vestiti in prestito, di portarci con loro in discoteca, di convincere per noi i genitori.
E ai minori chiediamo di crescere più in fretta, di arrangiarsi da soli, di emulare ma anche di essere indipendenti, di adeguarsi agli impegni dei fratelli …


Il tutto in un equilibrio molto instabile, così instabile che praticamente ogni giorno qualche pezzo cade giù, la ruota di una macchinina rotta può sfiorare la tragedia e un pranzo fuori può trasformarsi in urla deliranti.

E così dopo un’estate intera benedici l’inizio della scuola e il primo giorno, dopo averli accompagnati, fai un sospiro che neanche i sommozzatori dopo un recupero a 100 metri di profondità… e pensi che quasi quasi una coppa di champagne alle 10 del mattino non è così male.
Poi tutto riprende nei pomeriggi in cui dovrai portarli a nuoto o a tennis, nelle nuove tragedie nel retro della macchina per chi ha il pezzo di pizza più grande.
E tu come genitore ti metti ancora e di nuovo in discussione e in equilibrio rispetto al loro equilibrio, già molto precario!