C’è un posto in Toscana dove la campagna sembra un giardino curato in ogni dettaglio, dove i filari di uva avanzano ordinati fino a perdersi dietro le colline e i cipressi svettano ai lati delle bianche stradine che portano ai casolari.
Nei campi, che a giugno sono già dorati e ricchi di papaveri, si vedono qua e là le balle di paglia raccolte in enormi rotoli e ad ogni curva vien voglia di fermarsi a scattare foto e stare in pace con se stessi. E’ questa la Val d’Orcia, è questa la terra in provincia di Siena dove si mangiano i pici all’aglione e dove si beve uno dei vini più buoni al mondo: il Brunello di Montalcino.
La nostra experience, che vi consiglio vivamente e in maniera spassionata, è partita dalla visita alla cantina Capanna della famiglia Cencioni. Si tratta di una delle più antiche case di produzione di vino della zona di Montalcino (dal 1957), oggi giunta alla quarta generazione con a capo Patrizio e Amedeo: due persone (padre e figlio) dall’animo gentile e dalle idee chiare, che il vino non lo fanno solo come mestiere ma, soprattutto, per passione. E si sa, le cose fatte con amore, vengon meglio!
L’azienda si chiama Capanna, perché proprio dove ora ci sono la cantina e le case dei proprietari, un tempo vi era solo una capanna. Qui il vino viene rigorosamente invecchiato in botti di legno di rovere di Slovonia di grandezza e capacità variabile in base alle uve, tutte all’interno della suggestiva cantina seminterrata con galleria in pietra nei locali originali ristrutturati nel tempo.
I vigneti Capanna sono tutti nella zona di Montosoli, a nord di Montalcino ma con esposizione a sud-est: proprio qui il particolare micro-clima unito alle caratteristiche del territorio consentono la produzione di un ottimo vino, esportato in tutto il mondo. Oggi i Cencioni producono Brunello di Montalcino DOCG (anche Riserva nelle migliori annate), Rosso di Montalcino DOC, Moscadello di Montalcino DOC (anche Vendemmia Tardiva), Sant’Antimo DOC (Rosso e Bianco). Vengono prodotti inoltre due vini ad indicazione Toscana IGT (Rosso del Cerro e SanGioBì), l’olio extravergine di oliva, grappe di Brunello e di Moscadello.

Ma torniamo alla nostra visita nell’azienda Capanna: il percorso tra botti, bottiglie, odori inebrianti e aneddoti che rendono tutto più interessante, termina con un’ottima degustazione di vini… che il Fabbri, appassionato di “succo d’uva” come lo chiama lui, ha apprezzato tantissimo! E con un po’ di fortuna, come accaduto a noi, nel giardino della fattoria, potrete incontrare il sig. Benito, seconda generazione Cencioni, che vi racconterà quanto è faticosa la terra ma anche quanto ripaga con i suoi frutti! In ogni parola, mentre annaffia i fiori del giardino, trapela amore e passione, ma questo è troppo difficile da spiegare in un articolo a monitor, potete solo comprenderlo andando in loco e bevendovi un buon calice di vino.
Poco distante dalla cantina vi è anche il Capanna Suites e il Passaggio by Capanna, recente investimento della famiglia Cencioni che ha pensato di completare la experience dedicata al vino con 11 suites e appartamenti e un ristornate di altissimo livello. Le suites, molto ampie e luminose, sono curate in ogni dettaglio, in stile rurale ma allo stesso tempo con accorgimenti in chiave moderna con luci a scomparsa e comfort vari. Ogni camera ha il proprio giardino con tavolini e maxi amaca che affacciano sulla Valdorcia: che si comprenda subito che il relax qui è cosa sacra.
Il ristorante, capitanato dallo chef Jacopo Monni, gode di una cucina realizzata al 100% con prodotti dell’orto e in generale provenienti da aziende Toscane, con una rivisitazione da Haute Cousine sia nella preparazione che nella presentazione in piatto.
Tutto curatissimo, quasi fosse una missione, dalle aiuole fiorite, all’orto, alle pietre che compongono ogni vialetto e ancora, la colazione, il menu, il vino nella cantinetta in camera. Tutto è programmato per far vivere qualche giorno da sogno. Senza tralasciare la piscina a filo, anche questa che affaccia sulla vallata e il centro benessere, a cui purtroppo non abbiamo potuto accedere come da disposizioni in emergenza Covid ma che, vi assicuro, sembra essere mooooolto interessante.
Per quanto ci riguarda, questi due giorni sono stati una grande iniezione di tranquillità e un modo per rigenerarsi mettendo insieme un’accoglienza degna di nota a due delle cose che io e il Fabbri amiamo di più: buon cibo e ottimo vino!
Da mamma lo dico con sincerità: a volte è necessario staccare… e farlo a un’ora di auto da Firenze, nella nostra bella Toscana, rende tutto più semplice!
Si consiglia
Style: country chic con vestito lungo a fiori, camperos, cappello in paglia

Musica: Incognito
Food and wine: lasciatevi consigliare e di certo inebriare
Qualche cenno: il Brunello è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita(DOCG) prodotto in Toscana, nel territorio appunto del comune di Montalcino in provincia di Siena. Insieme al Barolo, può essere considerato il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità. Brunello è il nome che veniva dato localmente a Montalcino a quella che si credeva essere una varietà di uva. Nel 1879 la Commissione Ampelografica della Provincia di Siena determinò, dopo alcuni anni di esperimenti controllati, che il Sangiovese e il Brunello fossero la stessa varietà di uva. A Montalcino il nome Brunello si trasformò dunque nella designazione del vino prodotto in purezza da uve Sangiovese.
Bellissimo documento! 😀
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Complimenti…conosco molto bene la Val d’Orcia…luogo d’incanto senza tempo ❣
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Grazie mille
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Esatto senza tempo ❤️
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